Si toglie la vita in carcere il marito della pittrice uccisa a Giulianova

Giuseppe Santoleri, 74 anni, scontava la pena a 18 anni per il concorso nel delitto con il figlio Simone. Il 18 luglio il Giudice di sorveglianza avrebbe valutato la sua richiesta di trasferimento in un centro di cura

TERAMO – Un altro suicidio nel carcere di Castrogno a Teramo, il terzo dall’inizio dell’anno. Nella notte, si è tolto la vita, soffocandosi nel suo letto dopo aver serrato un pezzo di corda alla sponda della sua branda, Giuseppe Santoleri, 74 anni, che era rinchiuso in cella per scontare una condanna definitiva a 18 anni per l’omicidio della moglie, la pittrice Renata Rapposelli, in concorso ‘anomalo’ con il figlio Simone. A dare l’allarme è stato il compagno di cella, questa mattIna alle 7, ma al quel punto i soccorsi sono stati inutili

l delitto avvenne il 9 ottobre 2017 a Giulianova. Il cadavere fu ritrovato dopo tre mesi nelle campagne di Tolentino, nel Maceratese. Giuseppe Santoleri, che aveva sempre manifestato uno stato di prostrazione dopo la vicenda, era stato condannato in primo grado nel 2020 a 24 anni di reclusione, pena poi ridotta a 18 in secondo grado. L’esecutore materiale del delitto (per soffocamento) della pittrice giuliese secondo i giudici era stato il figlio Simone (condannato a 27 anni di carcere). Era detenuto dal 2018 e avrebbe dovuto trascorrere ancora 10 anni in regime di detenzione. Da tempo però il suo legale chiedeva che venisse ammesso alla detenzione alternativa in una struttura in grado di fornirgli le cure necessarie. La richiesta depositata nel gennaio scorso, sarebbe stata valutata il prossimo 18 luglio dal Giudice di sorveglianza: proprio ieri Santoleri aveva ricevuto la notifica della fissazione dell’udienza, già rinviata due volte.

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